“Ho scelto la materia come poetica identificandola con la terra per questo, i quattro elementi terra, acqua, aria e fuoco mi ispirano;così come lo sguardo, la memoria e la previsione. Mi piace manipolare l’argilla e cerco di capire cosa c’è nell’interspazio tra il visibile e il tattile; faccio forme nel e del paesaggio, ombre, luccichii, scalfiture, crepe e vuoti dunque, segni visibili. Prediligo crepe, crateri e ruderi di torri che non sono lì per caso, la loro presenza può far navigare nella memoria. Sono ruderi vuoti ma pieni di storia e di solitudine, ruderi che ci osservano in silenzio e ci interrogano. La terra con i suoi piccoli crateri ci svuota la mente e allo stesso tempo ci fa pensare ciò che la sua anima racchiude.”


Giovanni Galiardi è nato a Fano (PU) nel 1967. Dopo una breve frequentazione dell’Istituto d’Arte “Apolloni” di Fano, ha iniziato a frequentare lo studio dello scultore Padre Stefano Pigini di Cartoceto. Qui, partendo dall’imitazione dei classici, si è dedicato alla figura umana deformata ed in generale alla scoperta dell’informe e dell’organico, non solo attraverso la scultura e la pittura ma anche attraverso la creazione di oggetti d’arredamento nati dalla fusione tra scultura e design.  Nell’ambito della produzione scultorea ha avuto diversi incarichi sia pubblici che privati, in particolare per opere di arte sacra. I suoli lavori sono stati esposti in diverse mostre in Italia. Vive e lavora a Cartoceto (PU).

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